A chi non è capitato di avere ritardi nel pagamento di una o più rate di un mutuo o di un prestito personale?
Le Banche, non lo si può nascondere, sono difficilmente aperte a qualsiasi grido di aiuto dei clienti che mostrano difficoltà nel rimborsare quanto da loro “prestato”.
Agiscono in fretta per il recupero non solo delle rate scadute e non pagate ma chiedono anche la restituzione dell’importo del mutuo/prestito rimanente, in un primo tempo attraverso una lettera di richiesta bonaria poi attraverso l’intervento di un Giudice.
Dire alla Banca che si è in difficoltà economica purtroppo non è una giustificazione sufficiente per fermare il recupero del credito.
Quindi, in situazioni di difficoltà economica, è assolutamente necessario entrare in trattative con la Banca.
Come?
Proviamo a capirlo attraverso un caso concreto.
Il Cliente mi illustra le difficoltà che ha iniziato ad avere nel pagamento delle rate del mutuo richiesto per lo svolgimento del’attività della sua azienda e tutte le conseguenze negative che ne sono derivate.
La diligenza del Cliente e la volontà di continuare nel pagamento di quanto dovuto lo ha portato a ridurre drasticamente l’ importo della rata ( più della metà dell’importo previsto), frutto di un “accordo” con il direttore della Banca creditrice.
Una rata più bassa allunga i tempi di chiusura del mutuo.
Nel corso di un rapporto bancario, come quello sopra può verificarsi la c.d. “cessione del credito” che oggi avviene frequentemente: il titolare del credito non è più la banca originaria alla quale dovevi i tuoi soldi (BANCA X) ma una nuova banca (BANCA Y) che ha acquistato il nostro credito.
Per cui la rata non viene più pagata alla BANCA X, ma alla BANCA Y.
Infatti, nel caso specifico, apprendevo dalla Banca X che tutte le mie future richieste dovevano essere rivolte alla Banca Y, nuovo titolare del credito e a cui il mio cliente doveva restituire l’importo.
Alla nuova Banca i vecchi accordi con la banca X non vanno bene e inizia a pretendere la restituzione dell’importo. Nonostante il mio cliente, sempre molto diligentemente, continuava a versare la somma pattuita in passato con la Banca originaria (X).
Il nuovo titolare del credito (la banca y) non considerava l’importo della rata che mensilmente versava frutto di un accordo, per cui non era valida per l’estinzione del debito.
Così la Banca notifica al cliente il primo atto giudiziario che dà l’avvio alla procedura di pignoramento dei beni.
Poiché bisognava evitare a tutti i costi il pignoramento (chi sarebbe favorevole a farsi prelevare dei beni propri?), propongo al cliente di giocarci una carta.
In accordo con lui valuto la situazione economica in cui versa e stabiliamo quanto è in grado di offrire alla Banca per tentare di chiudere definitivamente il mutuo.
Ed ecco che è arrivato il momento di preparare la proposta * “a saldo e stralcio”: il “saldo” è l’importo che il cliente offre, lo “stralcio” è la rinuncia della Banca ad ogni ulteriore pretesa sul debito.
Quindi, a fronte di un debito pari a €100.000,00 offriamo la somma di €35.000,00 (massima somma che il cliente sarebbe riuscito ad ottenere mediante aiuti finanziari).
La somma, in questo caso, sarebbe stata versata per l’intero importo, senza pretendere una rateizzazione.
Piccola parentesi: in realtà le proposte a saldo e stralcio possono essere avanzate e accettate anche mediante un piano rateale, fino all’estinzione del debito, solitamente fino ad un massimo di 24 rate.
Nutrivamo molti dubbi sulla risposta della Banca: effettivamente l’importo offerto era pari a meno della metà del debito!
Trascorso il tempo tecnico necessario alla Banca per deliberare, mi comunicano invece che la proposta era stata accettata.
Ovviamente non pensiamo che la Banca accetti con leggerezza, ha dei suoi criteri di valutazione, procede a delle indagini patrimoniali sui debitori, e se considera che quel credito è difficile da recuperare nella sua interezza e che un recupero attraverso il Tribunale sarebbe lunghissimo, accetteranno il “saldo e stralcio”. È un compromesso che la banca accetta.
E’ bene tenere sempre presente che non tutte le Banche propendono per l’accordo bonario.
Ciascuna Banca ha i propri parametri di decisione, stabilisce i propri margini di percentuale di recupero del credito, e non sempre le proposte vanno a buon fine.
Ma torniamo al nostro caso. Dopo l’accettazione della banca, tutto si è concluso a lieto fine:
– è stato predisposto l’accordo e sottoscritto dalle parti;
– il cliente ha versato l’intero importo pattuito a chiusura della posizione debitoria;
– la Banca ha rinunciato alla prosecuzione dell’azione giudiziaria;
– la Banca ha chiesto la cancellazione dell’ipoteca iscritta sull’immobile dato in garanzia all’epoca della stipula del contratto;
– la Banca, ricevuto e contabilizzato l’importo, ha predisposto e inviato Liberatoria nei confronti del mio cliente.
Alla luce di quanto raccontato, considero molto importante non prendere sotto gamba le richieste di pagamento avanzate dalle Banche.
Se hai dei prestiti, mutui, cessioni del quinto, e hai difficoltà nel continuare a pagare, è necessario entrare in contatto con la Banca e chiedere la modifica del piano di pagamento, e nei casi più gravi cercare di raggiungere un accordo come ti ho descritto sopra.
Contattami per prendere appuntamento così da affrontare insieme il tuo caso specifico.